L’arte di Keith Haring: accessibile e per tutti

Keith Haring: un’icona della Pop Art

Protagonista assoluto della scena artistica newyorkese dei mitici anni ‘80, Keith Haring è divenuto icona della Pop Art grazie al suo inconfondibile stile grafico, immediatamente riconoscibile e amato non solo dagli appassionati d’arte, ma anche da un pubblico più vasto, da sempre affascinato dai suoi vivaci disegni e dai suoi “omini danzanti”.

Difficile non essersi mai imbattuti nelle opere di questo grande artista, molto più facile non sapere che è proprio lui l’autore. Ma chi lo conosce apprezza ancora di più il messaggio forte, alternativo e avanguardistico che ha conquistato critica e pubblico in modo trasversale e universale.

Contro barriere mentali, contro divisioni di razza, di sesso, di cultura e di lingua, la sua capacità di sintesi gli ha permesso di raccontare con ideogrammi l’amore per la vita, la gioia di esistere, ma anche la denuncia degli abusi e delle oppressioni, la lotta contro l’abuso di droghe e contro l’AIDS. I suoi colori sono puri, senza sfumature, per attrarre l’attenzione; le linee di contorno sono spesse e ben definite, per rendere chiaro e immediato il messaggio.

È uno stile che si impone, che colpisce, che si fa riconoscere e ricordare. Nuovo, colorato, provocatorio, geniale e immediato. Sono queste qualità a rendere famoso Keith. La sua arte è dettata dall’urgenza di vivere, dalla voglia di comunicare e di andare oltre i limiti, quasi come se sentisse di avere poco tempo a disposizione.

«L’arte non ha significato perché ha molti significati, infiniti significati. L’arte è diversa per ogni individuo, ed è definibile solo da quel tale individuo. Non ci sono risposte predefinite, ma solo domande».

La prematura scomparsa di Keith, morto a soli trentun anni nel 1990, ha contribuito a crearne un mito, ad alimentare la sua fama e a far schizzare alle stelle le quotazioni delle sue opere. Oggi ogni suo dipinto o scultura, vale centinaia di migliaia di euro e collezionisti, gallerie e musei di tutto il pianeta si contendono le sue realizzazioni.

L’arte applicata ad oggetti di uso comune

È stato lo stesso Keith Haring a voler diffondere la sua arte anche riproducendola in magliette, poster, gadget originali. Per lui l’arte doveva diventare accessibile a tutti e proprio per questo realizza i primi graffiti, i subway drawings, negli spazi pubblicitari liberi della metropolitana di New York e poi i murales, che ha realizzato in ogni parte del mondo; l’ultimo è “Tuttomondo” e si trova in Italia, sulla facciata della Chiesa di Sant’Antonio di Pisa.

Dei murales dice «Dopo [i subway drawing] non penso di aver fatto nulla di altrettanto puro. Forse i murales all’aperto, che non possono essere rimossi. Ho realizzato murales in tutto il mondo, non possono essere rimossi e non hanno nessun valore monetario».

Il primo Pop Shop di suoi gadget, aperto nel quartiere Soho di Manhattan nel 1986, ha come obiettivo proprio il contatto con il pubblico. A Keith interessa comunicare che l’arte può cambiare il mondo e questo non può essere un messaggio per pochi, recluso nelle gallerie d’arte. Lui stesso afferma che «il Pop Shop mette il mio lavoro alla portata di tutti. È ideologicamente coerente con quello che faceva Andy [Warhol], con quello che facevano gli artisti concettuali e gli artisti della Land Art. L’obiettivo era quello di favorire la più ampia partecipazione. Se si trattasse solo di denaro, avrei potuto diventare il più ricco disegnatore del mondo».

La Keith Haring Foundation a New York

Keith Haring ha messo a disposizione il suo talento anche per sostenere numerose cause. Ha insegnato in laboratori artistici per bambini, ha creato loghi e manifesti per organizzazioni umanitarie, ha prodotto opere a beneficio di centri di assistenza sanitaria e comunità a servizio dei più svantaggiati.

Nel 1989 Keith ha istituito la Fondazione che porta il suo nome per garantire la continuazione del proprio messaggio e del sostegno a organizzazioni no profit.

La Keith Haring Foundation continua a diffondere il credo, i messaggi e l’arte di Keith, organizzando mostre, eventi, gestendo i diritti di immagine delle opere più rappresentative e sostenendo in particolare organizzazioni attive nell’educazione di bambini svantaggiati e nella prevenzione e cura dell’HIV.

La collaborazione tra Creativando e la Fondazione Keith Haring

L’idea di arte applicata ad oggetti d’uso comune e a complementi d’arredo è parte fondante dell’opera di Creativando, che fin dall’inizio si ispira alla Pop Art per le sue creazioni.

Il progetto di collaborare con la Fondazione Keith Haring è un sogno nel cassetto, ma nel 2001 la proposta di realizzare una collezione di accessori d’arredo con le immagini di Keith Haring viene approvata e s’inizia.

È una cosa nuova anche per la Fondazione, abituata a gestire mostre, esposizioni e prodotti inerenti, come cartoline, poster, piccola oggettistica da regalo e ricordo dell’evento stesso.

Il filo conduttore del progetto Creativando/KH Foundation è di trasferire l’arte di Keith su una serie di oggetti di utilizzo comune, come sedie, coperte, pouf.

Dopo aver superato le difficoltà iniziali, gli esperimenti e i dubbi sulla ricettività da parte del pubblico di un prodotto innovativo e particolare, i primi oggetti d’arredo Creativando/Keith Haring vengono presentati ufficialmente nelle fiere professionali nell’autunno 2001. Il riscontro è positivo e superiore al previsto. I prodotti piacciono, la semplicità e l’originalità dell’idea attraggono. Anche la Sala Stampa degli uffici della Fondazione è arredata con le sedie Quark di Creativando, personalizzate con le immagini di Keith Haring.

Una collezione di oggetti d’arredo contemporanei

La collaborazione con la Fondazione Keith Haring continua senza interruzioni. Anno dopo anno i prodotti crescono, la collezione si amplia, il concetto di “arte applicata” prende forma. È una collezione direttamente ispirata al messaggio di Keith, dedicata a chi vive l’arte, a chi apprezza la bellezza, a quelli a cui piacciono le idee fuori dagli schemi, a chi ama stupire con un regalo insolito e colto.

Oggi gli oggetti d’arredo dedicati all’arte di Keith Haring sono tanti e insoliti. I cuori o i vasi in pregiata ceramica italiana, i pouf Cubolobre da utilizzare come sedute o tavolini da appoggio, le morbide e calde coperte in lana cotta, gli appendiabiti della linea Art-up, i portariviste Oplà, la linea di cuscini, sia in cotone sia in ecopelle. Tutti “pezzi” particolari e unici, prodotti in Italia utilizzando materie prime di qualità e la “grande”arte del “grande” Keith. Come avere in casa, regalarsi o regalare un’opera d’arte “accessibile”.

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